Ahmad è un fotografo palestinese che vive a Montreal, le sue fotografie sono la rappresentazione dell’identità e fisicità queer. Il corpo nei suoi lavori è rappresentato libero, senza inibizioni, rivelando le emozioni e le pulsioni.
Ahmad è da sempre interessato alla fotografia, quello che colpisce è il suo interesse per le tecniche analogiche, in questo caso preciso per le Polaroid. Il suo approccio attraverso questo strumento è crudo e chiaro senza mezze misure come se avesse torto ogni tipo di compromesso o di velature.
Ahmad ha un occhio per la nostra comunità esplorando la molteplicità dell’uomo e delle sua identità sessuale. Ahmad è come se manifestasse il suo amore per la vita e il corpo, il suo è un condurci oltre la pelle, un inno alla bellezza fisica e alla sua unicità nella diversità.
Le Polaroid racchiudono la visione della realtà che Ahmad esplora, documentando e immaginando questi corpi alla ricerca delle emozioni e dell’appagamento fisico. Una carica espressiva libera e palpabile, dove l’intimo e l’invisibile vengo esposti e sottoposti ai nostri occhi e alla nostra attenzione.
Come definiresti la tua espressione artistica?
Il mio lavoro esplora la connessione umana. Il corpo e l’identità queer. Fotografo ciò che mi attrae, ciò che mi piace esteticamente, con l’obiettivo di potenziare.
I tuoi lavori parlano di desiderio queer e intimità tra uomini, cosa ne pensi?
Mi concentro sull’esplorazione della connessione che abbiamo l’uno con l’altro. L’intimità è presente perché fa parte della vita. È la realtà.
Ti sei mai chiesto perchè per noi uomini gay il desiderio sessuale sia sempre così presente?
Penso che la sessualità sia molto fluida. Non penso che sia più presente per gli uomini gay rispetto ad altri, forse lo esprimiamo più apertamente. Cerchiamo di creare uno spazio per quell’espressione.
Quando hai iniziato a fotografare?
Quando ero adolescente intorno ai 14 anni.
Chi sono gli uomini che fotografi?
Gente che mi circonda. Inoltre molti uomini si rivolgono a me per i servizi fotografici. Lo faccio se c’è una connessione o mi sento ispirato.
Cosa ti piace di più del corpo maschile?
Qualunque cosa.
Che rapporto hai con il corpo in generale e con il tuo in particolare?
Mi piace il mio corpo, è l’unico strumento che avrò mai.
Come sono le persone davanti alla tua macchina fotografica? Puoi portarli immediatamente a essere liberi o è un processo più lento e cognitivo?
Ho i miei modi, le persone sono molto a loro agio con me in generale. Mi viene spesso detto che ho un’energia pacifica, invitante e stabile. È uno spazio di divertimento sicuro.
Cosa pensi della realtà queer, quanto pensi sia migliorata o peggiorata negli ultimi anni?
Dipende da dove ti trovi nel mondo. Quanto sei privilegiato. Dove vivi… il colore della tua pelle e il tuo nome.
Quanto la tua arte ti rispecchia?
Faccio solo foto di cose che mi piacciono. Sono felice che le persone si connettano con esse.
Vuoi dirci un segreto su di te?
No, allora non sarà più un segreto.